neurobranding progettare un'emozione. Simona Ruffino

Neurobranding: progettare un’emozione.

Neurobranding come strumento per progettare un’emozione.
Sì, perché la comunicazione efficace trova la sua espressione nell’attivazione di processi percettivi positivi. Non è più il tempo di pensare che basti comunicare per essere allineati ed attivi all’interno di un mercato di riferimento, ma bisogna iniziare ad avere un approccio probabilmente più complesso, ma certamente più utile.

Il consumatore acquista un prodotto nella misura in cui riesce a riconoscerlo attivando percezioni e sensazioni nei suoi confronti che lo inducono a sceglierlo o a scartarlo in base a come il brand stesso avrà comunicato. Per questo il neurobranding è fondamentale per educare il consumatore al prodotto e per renderlo riconoscibile.

NEUROBRANDING: COS’E.

Partiamo dal principio: per comprendere cosa sia il neurobranding è importante che tu abbia chiara la definizione di “neuroscienze”, ovvero l’insieme di studi scientifici che vengono condotti sul sistema nervoso dell’essere umano. Le neuroscienze possono essere applicate a diversi ambiti quali la fisica, la statistica, ma anche con la psicologia, l’informatica, la sociologia, la linguistica, la semiotica, il marketing, la comunicazione, la filosofia e l’ingegneria.

Ed ecco che si incrociano con la comunicazione e la costruzione dell’identità profonda del brand diventando neurobranding. Comunicare attraverso la corretta stimolazione dei sensi e quindi attraverso la stimolazione idonea della percezione fa in modo di operare in una modalità sempre più predittiva conoscendo il meglio possibili i nostri consumatori.

Neurobranding:VENDERE CON IL PERCEPITO.

Il prodotto di qualità non può bastare a se stesso: è il valore del brand a fare la differenza.
Progettare la brand identity o la comunicazione facendo l’elenco delle qualità oggettive del prodotto/servizio non è mai una buona mossa per un’azienda che voglia conquistare il suo mercato di riferimento. La stimolazione dei sensi passa attraverso la strutturazione di una identità che utilizza immagini, parole e suoni in maniera strategica e che sia in grado di sfruttare le piattaforme in maniera ottimizzata.

Il consumatore o cliente deve essere messo nella condizione di decidere consapevolmente di procedere all’acquisto essendo stato portato per mano attraverso un percorso esperienziale emozionale. Quando un essere umano vedendo uno spot, un post, un manifesto, un logo prova un’emozione positiva è in grado di immagazzinarla e di custodirla all’interno del suo percepito. Così facendo quando si ritroverà di fronte al prodotto o all’azienda che gli ha procurato quel percepito il suo cervello ripescherà quell’emozione e il consumatore sarà condotto all’acquisto. L’accuratezza con cui si sceglieranno i pantoni, le forme, il claim, il pay-off il sound logo o il sound branding garantiranno:

  • la memorizzazione del brand e differenziazione dai suoi competitor.
  • il consolidamento del legame tra azienda e consumatore.
  • la corretta attivazione emozionale del cervello del consumatore creando una feeling experience più efficace con il brand.

Il neurobranding per progettare un’emozione è certamente un approccio all’avanguardia capace di costruire un prodotto cognitivo che, d’altra parte, è l’unico che viene realmente scelto.

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SIMONA RUFFINO
Brand Specialist & Digital Strategist

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