Il branding come strumento della cultura d’impresa è un argomento su cui lavoro da anni e che mi vede costantemente con una lente di ingrandimento tra le mani per cercare di cogliere gli aspetti che caratterizzano la resistenza al suo utilizzo e, d’altra parte, i vantaggi che questa pratica porta alle imprese e agli imprenditori.
Il dato di fatto è uno: qualsiasi impresa sia in grado di attivare le strategie e gli strumenti che il Branding mette a disposizione vede il proprio fatturato crescere. E non solo quello. Aumentano anche la reputazione e la fidelizzazione dei clienti.
Eppure in Italia lo scenario non è ancora idilliaco e gli imprenditori sembrano aver mancato l’appuntamento con l’aggiornamento più importante del nuovo millennio: quello con i nuovi mercati e con le nuove tecniche di posizionamento dei propri prodotti. Se è vero che fare impresa è difficile lo è ancora di più quando si resta ancorati ad un modello che appartiene ad una realtà obsoleta e ormai inefficace.
INNOVARE MA NON SOLO LE TECNOLOGIE
Se vogliamo utilizzare un termine che non amo particolarmente, ovvero “innovazione”, scopriamo che molte imprese italiane la intendono esclusivamente come l’introduzione di strumenti digitali finalizzati alla produzione: sistemi informatici, CRM. In realtà dovremmo provare ad implementare il raggio di comprensione abbracciando anche tutto quello che è materia di marketing e comunicazione.
Ma bisogna innovare la mentalità, far progredire l’idea di impresa e di imprenditorialità.
Per una buona percentuale di aziende la voce marketing non è presente – o è poco rilevante – nei business plan annuale. La voce è talvolta assente o severamente sottovalutata, perché fare comunicazione e marketing poco e male vuol dire sprecare risorse ed opportunità. Invece oggi è necessario convincersi che senza una strategia seria fatta di azioni costanti e mirate non è possibile garantire sviluppo.
Una seria strategia di marketing e comunicazione prevede competenze precise e diversificate che, normalmente, esulano dal raggio di conoscenza dell’imprenditore medio. Ed è giusto che sia così. Questo frena la capacità di affidarsi a professionalità specifiche e inibisce la possibilità di individuarle e riconoscerle.
BRANDING COME STRUMENTO PER IMPRENDITORI CONSAPEVOLI
Indagando su quali siano i motivi per cui molti imprenditori diffidano o non attivano attività di branding, questi rispondono che:
- ritengono che la comunicazione ed il marketing richiedano investimento di ingenti capitali
- preferiscono avviare l’attività e, solo successivamente, ritengono opportuno investire in comunicazione e marketing
- preferiscono affidare la comunicazione a personale interno all’azienda che non ha competenze specifiche
- ritengono che le piattaforme digitali offrano buone opportunità a prescindere da come le si utilizzino
- attivano una forte resistenza al cambiamento
Ecco, questi sono i principali motivi per cui le aziende chiudono o faticano a decollare.
Ed è per questo che il branding deve essere (anche) inteso come strumento della cultura d’impresa.
LA COMPLESSITA’ SPAVENTA GLI IMPRENDITORI
Fare branding vuol dire frequentare la complessità: le attività di costruzione e di posizionamento della propria azienda sul mercato richiedono competenze ed azioni che hanno bisogno di essere gestite con cautela e raziocinio. Ma nel tempo ho imparato che la conoscenza è un ottimo antidoto contro la paura.
Avvicinarsi ai temi del marketing e della comunicazione significa coglierne gli aspetti più avvincenti e necessari al business; vuol dire regalare a se stessi consapevolezza e capacità di orientarsi nella scelta degli investimenti e dei professionisti.
Per questo non mi limito mai a fare solo il mio mestiere, ma mi impegno da anni per costruire una migliore educazione all’impresa. Ho aperto un gruppo facebook gratuito dove ad oggi ci sono 600 imprenditori, manager e professionisti a cui regalo contenuti e webinar per accrescere la propria conoscenza. Se vuoi iscriverti clicca qui.
In quindici anni di lavoro e di frequentazione con le aziende piccole medie e grandi ho imparato che chiunque abbia sottovalutato questo aspetto del business si è ritrovato in grosse difficoltà. Il prodotto non è l’azienda. Non sempre e non più.
Oggi bisogna ESSERE, interagire e CAMBIARE.
Spero di esserti stata utile anche solo ad una piccola riflessione.
Simona Ruffino
Brand Specialist & Digital Strategist
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