Ci siamo, stiamo organizzando la Fase 2: riaprire le attività, una alla volta per riprendere a lavorare, produrre, risolvere. Ma prima di tutto è importante cogliere l’occasione di riorganizzare il nostro business facendo un salto di qualità necessario, oltre che opportuno.
È il momento di aprire la mente, di predisporsi ad un nuovo modello di impresa, di marketing e di comunicazione. Di costruire nuove procedure e di imparare a dare valore all’intangibile perché quello che non si vede spesso vale molto di più di ciò che è tangibile.
L’IDENTITA’ COME VALORE PRIMARIO.
Entrare nella mente del consumatore, essere in grado di farsi riconoscere ed avere una caratteristica speciale. Sì, mi piace chiamarlo così il plus di brand o elemento differenziante: quel profumo speciale ed unico che ti contraddistingue dai tuoi competitor. In questo momento più che mai è indispensabile trovare una nota personale, offrire un motivo valido per sceglierti.
Nella riorganizzazione dell’attività va dedicata molta energia a questo aspetto: è importante fare un salto di qualità. Se prima la tua azienda metteva a disposizione della società un prodotto (magari un buon prodotto) adesso deve, ancora di più, offrire un’esperienza.
Bisogna attivare gli stimoli percettivi al massimo e se è vero che la nostra mente organizza i pensieri per categorie è arrivato il tempo di costruirne di nuove, di osare.
Ti faccio un esempio: quando per strada incontri un’insegna con una spiga di grano la tua testa intuisce immediatamente che si tratta di un panificio. Ma il simbolo è stereotipato e non offre indicazioni specifiche. Stessa cosa accade sui packaging dell’olio d’oliva, per esempio. Colori tutti uguali, iconografie stereotipate.
Non lo fare più! Sono categorica eh!?
Devo. Avere una visual identity stereotipata non fa altro che farti scendere di un gradino nella percezione dei tuoi clienti, non fa altro che buttarti nella mischia. Questa fase due richiede che tu comprenda che la costruzione della tua identità sarà il grande tesoretto per il futuro e che lavorare – investendo tempo e budget- in questa direzione sarà come indossare dei parastinchi che attutiranno il colpo ad ogni caduta.
FASE 2: L’UNIONE FA LA FORZA.
So che la cosa ti farà storcere il naso, ma soprattutto se sei un imprenditore della filiera agroalimentare ti consiglio di valutarla per benino.
Costruire un brand è impegnativo, ma è come costruirsi delle mura fortificate: il valore d’impresa aumenta e quindi anche la forza di mercato. La fase due della tua storia di imprenditore prevede che tu faccia un bel respiro e inizi ad immaginare alleanze, nuovi partner, nuovi soci. Se fino a ieri pensavi che chi fa da sé fa per tre è giunta l’ora di capire che ti sbagliavi.
La fase due è fatta di collaborazione, di applicazione di nuovi modelli d’impresa.
In questa maniera le difficoltà di riposizionamento possono diventare una grande occasione di rinascita ed essendo certamente più forti e più competitivi.
STRATEGIA: TOGLIERE IL SUPERFLUO.
Analizzare l’offerta e virare verso una strategia capace di rispondere ai bisogni (cambiati) del tuo target.
Vedo molte aziende investire denaro e sacrifici in prodotti che non hanno nessuna richiesta da parte del pubblico, o peggio ancora, vedo aziende promuoverli in maniera obsoleta ed inconcludente. Concentrati bene su quello di cui hanno bisogno loro, non su quello che vorresti produrre tu.
Chiama un consulente, chiama un esperto. E datti da fare.
Questa è un’opportunità.
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SIMONA RUFFINO
Brand Specialist & Digital Strategist