Neurobranding e comunicazione visiva sono strettamente collegate. Ma come fare a costruire una comunicazione che sia davvero efficace? Questa è una domanda che mi viene fatta spesso in qualsiasi contesto.
Intanto è importante chiarire che per comunicare efficacemente l’aspetto estetico non è l’unico da tenere in considerazione e, mettere in bella vista il nostro prodotto, non è sempre la strategia vincente.
Nel 2021 possiamo ben dire e confermare che il marketing e la comunicazione non sono una battaglia tra prodotti ma tra percezioni, perché il “prodotto cognitivo” è l’unico vero protagonista di qualsiasi strategia di posizionamento.
Il Neurobranding insegna che qualsiasi tipologia di comunicazione passa attraverso la intima conoscenza dei nostri consumatori e che, prima di impostare ogni tipo di contenuto visivo è importante conoscere la grammatica della comunicazione neuropercettiva.
NEUROBRANDING: obiettivo l’universo emotivo.
Ormai lo sappiamo: guardiamo molto di più di quanto leggiamo. Quindi gli input di comunicazione devono essere rapidi ed estremamente emozionali per catturare la nostra attenzione. E’ bene sempre ricordare che la comunicazione non può riscuotere la stessa reazione in ogni utente perché è soggetta all’interpretazione visiva, ovvero la nostra reazione è strettamente collegata al nostro vissuto personale molto di più che alla realtà oggettiva.
Indagare quanto meglio e più è possibile nel nostro target di riferimento ci aiuterà nella selezione delle immagini, dei colori e delle forme da utilizzare. Sì, perché esiste una vera a propria mappatura, una grammatica, una sorta di enciclopedia che ci darà preziose indicazioni in tal senso. Ovviamente non è sufficiente conoscerlo, ma saperlo applicare.
L’obiettivo è quello di riuscire a colpire in una frazione di secondo l’universo di senso del nostro osservatore coinvolgendo i suoi occhi, le sue emozioni ed i suoi pensieri.
Comunicazione visiva: il movimento come narrazione.
Come utilizzare le comunicazione visiva attraverso il movimento delle immagini? Questo è un aspetto molto importante da tenere in considerazione: le immagini statiche raccontano il tutto in un solo colpo d’occhio, il movimento, l’animazione delle immagini consente al nostro osservatore di seguire e di avere interesse per quello che vogliamo dirgli. Inoltre l’animazione ci offre la possibilità di sottolineare e mettere in evidenza quello che per noi è importante utilizzando timing e posizionamenti positivi.
A tal proposito ricorda sempre che il verso della comunicazione è un aspetto centrale nella neuropercettività: far muovere i tuoi oggetti da sinistra a destra o dal basso verso l’alto innesca inconsciamente percezioni positive che rimandano verso concetti di futuro, progresso o innovazione.
Tutto passa da una struttura archetipica molto ben radicata in ogni essere umano che, ovviamente, si differenzia rispetto alla cultura del pubblico con cui si vuole interagire.
La valenza creativa del movimento si collega strettamente con l’attenzione ed è anche la nuova formula con cui si comunica maggiormente sui social network.
Neurobranding: UTILIZZA IMMAGINI belle
Sembra un’ovvietà, ma invece non lo è.
Troppe volte i brand o le aziende sbagliano le immagini. Troppe volte il personal branding viene inficiato dalla scelta della foto sbagliata. Dobbiamo invece imparare ad utilizzare quelle che tecnicamente le chiamiamo Immagini Parassita: ovvero quelle che sono talmente belle ed evocative da superare senza esitazioni il senso critico insito in ogni essere umano.
Offrono a chi le guarda una ricompensa immediata e aiutano il processo di costruzione del nostro prodotto cognitivo.
Cerca il tuo mood e non tradirlo
Trovare una chiave armonica che sappia sintetizzare i tuoi valori e che sia in grado di autenticarsi positivamente con il tuo prospect è fondamentale.
Cercare e rintracciare un elemento differenziante anche nella comunicazione visiva è il passaggio zero affinché la memorabilità della comunicazione trovi una strada di posizionamento. Se è vero che la comunicazione deve essere pensata singolarmente per ogni messaggio è anche vero che deve conservare una traccia di riconoscibilità che diventi il motivo cardine della tua identità.
Per questo cercare prima gli archetipi di tuo brand può essere una buona mossa.
Sì lo so, sembra difficile e lo è. Ma se riuscirai a fare bene la base tutto il resto sarà in discesa.
Se vuoi parlarne con me contattami pure.
Simona Ruffino
Neurobrand Specialist & Digital Strategy
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